Mercato del lavoro: i dati Istat che fanno il punto della situazione
Tempo di bilanci per il mercato del lavoro in Italia. La pubblicazione Istat “Occupati e Disoccupati” del quarto trimestre del 2021, permette di avere una visione della situazione.
Mentre il 2021 ha visto un tendenziale miglioramento della situazione, i risultati che arrivano dalle prime analisi del 2022 non sono così confortanti.
Vediamo in questo articolo cosa dicono i dati.
*********
INDICE DEI CONTENUTI
Mercato del lavoro: i risultati del 2021
Dopo il periodo buio della pandemia dove si è visto un crollo di tutti i numeri legati al mondo del lavoro, nel 2021 si è vista una leggera crescita.
L’occupazione (con occupati si intendono quei lavoratori che hanno svolto almeno un’ora di lavoro retribuito durante la settimana di riferimento) ha registrato un 0,8% in più (+ 169 mila unità) rispetto all’anno precedente.
Questo risultato è associato al leggero aumento della disoccupazione (2,9%) (con disoccupati si intendono quelle persone che sono alla ricerca attiva di un’occupazione e sono disponibili in maniera immediata ad iniziare un lavoro), e alla grande diminuzione degli inattivi fra i 15 e i 64 anni (-3,3%) (con inattivi si intendono quelle persone che non lavorano e non sono alla ricerca di un’occupazione).
Durante l’anno passato sono cresciute del 3,2% le posizioni dipendenti, così come il monte ore lavorate (12%).
In particolare, il solo lavoro dipendente ha rilevato una crescita; per quanto riguarda i lavoratori a tempo indeterminato i numeri sono rimasti stabili mentre per gli indipendenti si è registrato un calo del 2,1% annuale.
Sempre nel 2021, si è visto un aumento del numero di persone in cerca di un lavoro, con un incremento del 2,9%.
Riassumendo però mancano ancora 286mila posti di lavoro che si sono persi durante la pandemia e che ancora non sono stati recuperati.
Questo è dovuto al fatto che la popolazione in Italia in età lavorativa, quindi fra i 18 ed i 64 anni, è diminuita.
Le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione si stanno quindi, facendo sentire.
Mercato del lavoro: le previsioni del 2022
L’Istat ha già pubblicato i dati relativi a gennaio 2022 e, purtroppo, questi rilevano alcuni andamenti che necessitano una menzione particolare.
In particolare, il livello di occupazione è rimasto praticamente stabile e questo può essere interpretato come un rallentamento della ripresa del mercato del lavoro in seguito alla pandemia.
Notizia positiva è che il PIL atteso per il 2022 è superiore al 4% e che già a gennaio è stato registrato al 2,4%.
Tuttavia, la fiducia delle imprese è in continuo calo e l’inflazione continua a salire.
Questi fattori inducono a pensare che nei prossimi mesi si registrerà un rallentamento della crescita.
E la situazione è peggiorata ancora di più dallo scenario di guerra tra Russia e Ucraina che sta regnando in tutta Europa.
Una nota positiva però si può trovare all’interno della classe degli occupati, dove si riscontra un’importante redistribuzione: i dipendenti a termine sono scesi di 32.000 unità, mentre quelli a tempo indeterminato sono saliti di 23.000 unità.
È ancora presto confermare se questi numeri sono conseguenti alle nuove assunzioni o alle stabilizzazioni di contratti a termine, ma molto probabilmente si tratta della seconda opzione.
Se ciò dovesse essere, si tratta di un segno importante perché significa che le aziende sono alla ricerca di stabilità.
Un segnale non molto positivo è la combinazione fra inattivi (+73.000) e disoccupati (- 51.000).
Ciò significa, infatti, che meno persone stanno cercando attivamente un’occupazione, anche a causa della poca speranza degli inoccupati di trovare un lavoro.
Mercato del lavoro in Italia: conclusioni
È ancora presto per confermare che la situazione del mercato del lavoro si stia avviando verso un andamento negativo. È necessario, infatti, aspettare ulteriori dati durante l’anno.
Tuttavia, ci sono ulteriori due grandi problemi che si delineano:
- L’introduzione ed incremento delle automotive che potrebbero intaccare gravemente l’occupazione, soprattutto nei settori manifatturieri ed industriali.
- La sempre più presente digitalizzazione del mercato del lavoro che potrebbe mettere in risalto la mancanza di skills e lavoratori qualificati da impiegare in questo settore.
Inoltre, c’è da considerare che il tasso di occupazione in Italia conta almeno 10 punti in meno rispetto alla media europea.
Si tratta di una situazione che molto faticosamente può essere recuperata e che implica un lavoro immenso da parte del Governo e delle istituzioni.
Differenti azioni possono essere intraprese per tentare di migliorare la situazione, come politiche attive per l’occupazione, formazione continua, salario minimo, ecc.
In conclusione, i continui mutamenti nel mondo del lavoro stanno stravolgendo tanti settori lavorativi e questo ha spinto anche tanti professionisti a svolgere altri lavori.
Pertanto, diventa importante potenziare le proprie skills o imparare nuove abilità con dei corsi professionalizzanti, per avere maggiori opportunità di trovare un lavoro o fare carriera nel settore per cui si ambisce.
Documento protetto e notarizzato su blockchain con AUTENTIKO©