La Blockchain e gli Smart Contract

Blockchain e Smart Contract sono termini che sicuramente hai già sentito e ti hanno incuriosito, ma quello che probabilmente non hai ancora compreso è come può questa nuova forma contrattuale influire sulla tua vita e sul tuo Business?
Vuol forse dire che i tuoi problemi contrattualistici sono finiti? Possono essere strumenti che semplicemente ti semplificano la vita? Vediamolo insieme e proviamo ad esaminare la situazione.
Effettivamente da un po’ di tempo esiste una tecnologia (la Blockchain) per cui ci sono dei contratti (gli Smart Contract) che riusciranno a risolvere alcuni dei nostri problemi. Quantomeno queste novità ci faranno lavorare meno, perché saranno Contratti Smart… ovvero contratti intelligenti.
Che cosa sono i contratti intelligenti?
Degli Smart Contract possiamo dire tantissime cose ma al contempo non dobbiamo essere troppo preoccupati del loro avvento perché rischiamo di preoccuparci davvero inutilmente.
Gli avvocati, ad esempio, non hanno da temere. La possibilità che il loro apporto venga meno in materia contrattuale, è pressoché inesistente in quanto questi contratti non li sostituiscono. Resta a loro carico, infatti, la scrittura delle condizioni contrattuali.
Sicuramente, però, gli avvocati non potranno farsi trovare impreparati a questa evoluzione e dovranno formarsi per avere qualche competenza in più. Dovranno, ad esempio, conoscere quali saranno le condizioni informatiche che bisognerà associare a quali conseguenze legali si incontreranno.
Quindi quando si conclude il contratto? Quando si esegue quella prestazione? Quando si esegue quell’altra prestazione?
Ecco queste cose saranno sempre più formalizzate dai computer.
Quali sono le differenze tra i contratti automatici e gli Smart Contract?
Qual è la differenza fra contratti di tipo automatico e contratti di tipo intelligente?
Sono automatici quei contratti che controllano il computer, la CPU, l’hard disk. Ad esempio controllano che la data sia corretta per poter usare il software, mentre se la licenza è di tipo annuale e la data impone una scadenza al contratto, il software si ferma automaticamente.
La fase successiva ai contratti automatici è stata di quella arricchire gli stessi con molte più fonti di informazioni affidabili.
Quindi, ad esempio, se il gestionale dell’azienda sa che sono stati venduti 1000 prodotti di quel tal sistema, sa anche che per produrre quei 1000 prodotti ha bisogno di alcuni elementi, individuati dalla produzione in automatico. Si potranno far partire, quindi, gli ordini immediatamente per l’acquisto dei materiali e delle materie prime necessarie al processo produttivo o si possono preallertare i dipendenti sulla necessità di incrementare i turni di lavoro per produrre molte più cose.
Anche in questo caso, però si parla ancora di contratti automatici, dove sostanzialmente non vi sono aspetti di interpretazione e vi sono solo dei sensori, delle informazioni fornite da sistemi esterni.
Fiducia e tecnologia blockchain
Nell’esempio appena fatto è l’amministrazione dell’Azienda che ti dice di far partire l’ordine.
Nel mondo dei trasporti si diceva “a prima richiesta”… a prima richiesta significava che se il capitano della nave avesse indicato che la consegna era stata fatta e questa informazione veniva passata alla banca, l’informazione consentiva alla banca, automaticamente, di sbloccare il pagamento ed inviarlo senza verificare che la dichiarazione del capitano fosse veritiera o meno.
Esisteva, nei fatti, una “fiducia” su quello che diceva il Capitano della nave, ma la frontiera successiva è divisa sul far leva sulla fiducia.
Ogni volta che si parla di fiducia è automatico in informatica l’associazione mentale con la Blockchain. La fiducia è infatti la base della tecnologia blockchain.
La blockchain, pubblica e condivisa, è quella piattaforma tecnologica che consente di avere delle condizioni condivise dalla rete nella quale si è collocati.
Le informazioni sulla blockchain, possono essere accettate da tutti i partecipanti alla rete e quindi essere riutilizzate sulla base di un contratto.
È interessante vedere come un sistema distribuito, sul quale normalmente nessuno “ha fiducia” in quanto dovrebbe fidarsi ciecamente, con la blockchain riesca ad avere la fiducia dei suoi utilizzatori. Questo accade in quanto è l’intero sistema che garantisce, anche se le persone fra loro non si conoscono.
Non entriamo nei dettagli perché questo concetto è l’essenza della blockchain con le diverse variabili (aperta, pubblica, distribuita, ecc. ecc.) e sarebbe troppo complicato sviscerarlo in questa sede. Vediamo piuttosto come avviene, nella pratica, il passaggio da contratto automatico ad uno Smart Contract.
Da contratto automatico a Smart Contract
Il primo passo da fare per avvicinarci agli Smart Contract, è agganciare degli automatismi a delle fonti esterne. Questi possono essere, ad esempio, il GPS della macchina che magari ti dice “Tu vai troppo veloce” oppure ”Hai dichiarato l’incidente 100 m prima da quello che ci risulta”.
L’implicazione di queste informazioni e il loro uso nella nostra quotidianità è evidente. Già oggi sappiamo che determinate polizze prevedono il mancato pagamento per il danno che è stato causato in caso di incongruenze tra i dati forniti e quelli rilevati automaticamente e quindi, sappiamo che ci sono dei problemi concreti che devono essere verificati.
Ma la fase successiva all’aggancio degli automatismi è sicuramente dare più spazio all’intelligenza artificiale. Per cui alcuni, oramai, parlano espressamente non più di contratti automatici, ma contratti semantici o ad apprendimento semantico.
Che cosa significa esattamente?
Significa che le clausole contenute nei contratti informatici non sono solo contratti di testo, ma contratti che includono anche dei codici.
Quel codice che resterà immutato e per cui ne sarà garantita la sua immutabilità, aspetto chiaramente importante, farà parte di questi contratti che saranno non solo distribuiti e immutabili ma saranno anche la base di una interpretazione fatta dalle macchine stesse.
Quando si parla di Smart Contract non ci riferiamo all’intelligenza artificiale (che è una tecnologia esterna) ma all’interpretazione da parte di uno strumento. Ad esempio dice “Secondo me questa penna è rossa, quindi avendo tu ordinato una penna rossa io ti spedisco questa penna”.
Parliamo quindi di una sorgente informativa e non di un contratto intelligente. E’ la sorgente informativa che procede alla attivazione dello Smart Contract ed entrambi sono praticamente collegati l’una all’altro. Entrambi sono certificati e la certificazione di cui parliamo è fondata sulla tecnologia blockchain.
La Blockchain alla base dei Contratti intelligenti
L’aspetto rilevante che è alla base della tecnologia di Satoshi Sakamoto (la blockchain) è che è possibile identificare un prodotto, una sorgente, una fonte, in modo certo, in modo immodificabile.
Ad esempio la blockchain è il tipico modo per individuare che quel tal forno è esattamente del produttore X e nessuno dei forni copiati dai concorrenti possono essere riconosciuti originali sebbene si volesse proprio far sembrare che quel prodotto fosse della ditta originale X.
Ecco quindi che se ho due forni identici, uno dei due verrà considerato una imitazione ed i dati che provengono da esso saranno falsi e non affidabili.
Quelli legati alla identificazione della sorgente sono aspetti molto interessanti e sempre legati alla blockchain.
Le Aziende in un prossimo futuro avranno sempre più interesse a certificare le loro produzioni in blockchain.
Parliamo di questo ed altro, in modo più approfondito, durante il percorso formativo di Kairos Italia.
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