Reverse mentoring: dove più generazioni crescono contemporaneamente
Una nuova forma di tutoraggio sta diventando sempre più diffusa in ambito aziendale: il reverse mentoring.
Il mentoring, in generale, è un comprovato potenziatore dello sviluppo personale e di carriera, in quanto sia la persona che viene seguita sia quella che fa il mentore guadagnano dalla relazione.
I programmi di tutoraggio sono sempre più comuni al fine di sviluppare competenze, condividere conoscenze e sostenere la diversità e l’inclusione.
Tradizionalmente, il mentoring coinvolge una persona più anziana ed esperta, che segue, insegna e supporta una persona più giovane.
Tuttavia, come detto inizialmente, una nuova forma di tutoraggio sta prendendo piede all’interno del posto di lavoro: il reverse mentoring.
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INDICE DEI CONTENUTI
Che cos’è il reverse mentoring e quali sono i vantaggi?
Il reverse mentoring è semplicemente il formato opposto del tutoraggio tradizionale: il dipendente senior è guidato da un dipendente più giovane.
In questo caso si riconosce che ci sono lacune nelle competenze e opportunità di apprendimento da entrambi i lati e capovolgere il formato tradizionale di mentoring può essere molto vantaggioso per entrambe le parti.
Il reverse mentoring ha molti vantaggi sia a livello personale che aziendale.
Oltre ai vantaggi organizzativi, questa forma di tutoraggio è un modo potente per costruire connessioni umane e comunità all’interno di un’azienda.
Nello specifico, i vantaggi del reverse mentoring includono:
- Costruire una cultura dell’apprendimento
- Colmare i divari generazionali
- Sviluppare capacità di leadership nei dipendenti più giovani
- Condividere prospettive diverse
- Sostenere l’inclusività
- Sviluppare capacità di comunicazione
- Sviluppare la fiducia in sé stessi e la consapevolezza di sé
Il reverse mentoring viene utilizzato anche per aiutare direttori e dirigenti senior a capire veramente cosa sta succedendo in un’azienda.
Queste figure senior, infatti, a volte perdono di vista ciò che accade ai “livelli bassi” di un’organizzazione. Avere un nuovo dipendente o una figura junior guidare un dirigente nel riconoscimento delle sfide e dei conflitti giornalieri, può aiutare a educare le figure senior a comprendere il funzionamento dell’azienda in maniera più efficace e, in definitiva, a consentire loro di apportare cambiamenti positivi in un’organizzazione.
Come impostare un programma di reverse mentoring
Ecco 5 passaggi da seguire per impostare un buon programma di reverse mentoring:
1) Delineare l’obiettivo
Come in tutte le cose, il primo passo è definire l’obiettivo di mentoring e quindi delineare come si misurerà il successo del programma.
Ecco un esempio:
- Obiettivo del programma: competenze digitali
- Metodo: il programma di reverse mentoring abbinerà dipendenti junior con competenze digitali avanzate a dipendenti più anziani con competenze più deboli.
- Successo: gli allievi avranno una maggiore comprensione delle aree digitali entro la fine del programma e una maggiore fiducia nel relazionarsi con la tecnologia.
- Misurazione: sondaggi e test di alfabetizzazione digitale prima e dopo il programma.
2) Progettare il programma di reverse mentoring
In questa fase è necessario delineare:
- Chi farà parte del programma?
- Chi selezionerà i partecipanti?
- Quanti posti saranno disponibili?
- Che lunghezza avrà il programma di mentoring?
- Qual è l’impegno previsto?
- Come verranno monitorati i progressi?
Le risposte a queste domande varieranno naturalmente da azienda a azienda e in base all’obiettivo del programma.
È importante essere il più dettagliati possibile nella fase di pianificazione per rendere il programma di reverse mentoring il più fluido possibile.
3) Reclutamento
A seconda che il programma sia aperto, dove chiunque può presentare domanda, o chiuso con partecipanti selezionati, è importante pensare a come avverrà la fase di reclutamento.
In caso di iscrizione aperta, promuovere il programma sui canali interni può aumentarne la visibilità e l’interesse da parte delle persone.
Un punto importante è comunicare i vantaggi del reverse mentoring e di evidenziare le competenze e l’esperienza che gli allievi acquisiranno.
4) Abbinare mentori e allievi
Una parte importante della creazione di un programma di reverse mentoring è decidere come abbinare i mentori e gli allievi.
Anche questo aspetto può variare a seconda di quanti partecipanti ci sono nel programma e di come sono stati selezionati.
In genere, le corrispondenze vengono effettuate in base al set di abilità del mentore e alle aree di miglioramento desiderate dell’allievo, nonché ai tratti della personalità e agli interessi comuni.
5) Avviare e monitorare il programma di reverse mentoring
Una volta che i partecipanti sono stati abbinati, si può ufficialmente iniziare con il programma.
Una buona idea è quella di commemorare il lancio in qualche modo per far sentire i partecipanti parte di qualcosa e creare un senso di comunità nel gruppo.
Ciò contribuirà ad aumentare l’impegno e mantenere alta la motivazione man mano che le relazioni si sviluppano ed il programma procede.
Tenere traccia della frequenza con cui i mentori e gli allievi si incontrano e sviluppare un buon sistema per ricevere feedback dai partecipanti aiuta a sapere se il programma sta funzionando verso l’obiettivo aziendale desiderato.
È facile per i partecipanti junior e senior ricadere in un modello di comportamento gerarchico ed è quindi importante fermare questo decorso in tempo.
Per concludere, il reverse mentoring riconosce che tutti, indipendentemente dal ruolo, hanno delle conoscenze, delle esperienze e delle abilità che possono condividere per formare e aiutare gli altri.
Il reverse mentoring promuove, quindi, una maggiore trasparenza in un’organizzazione, incoraggia tutti a parlare e condividere, offre a ogni individuo un’opportunità in più di crescere, se fatto bene.