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Home » Blog » Linee guida lavoro agile: cosa è cambiato

Linee guida lavoro agile: cosa è cambiato

  • Posted by Kairos
  • Categories Blog, News
  • Date 6 Ottobre 2022
  • Comments 0 comment
lavoro agile smart working

Dal 1° settembre, in seguito ad un decreto firmato dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, le linee guida del lavoro agile sono cambiate.

L’obiettivo è quello di semplificare la normativa riguardante lo smart working in modo da incentivarne la diffusione.

Ma che cosa si intende per lavoro agile e che cosa è cambiato  esattamente da settembre 2022? Vediamolo in questo articolo.

*********

INDICE DEI CONTENUTI
            • Che cos’è il lavoro agile?
            • In che modo il lavoro agile influisce sulla produttività?
            • I cambiamenti nelle linee guida del lavoro agile

*********

 

Che cos’è il lavoro agile?

Con lavoro agile, chiamato anche smart working o telelavoro, si intende l’esecuzione di tutti i compiti associati ad una posizione lavorativa senza vincoli di orari o spaziali e secondo un’organizzazione per fasi, cicli ed obiettivi.

Ai lavoratori in smart working viene garantita un’uguale parità di trattamento economico e normativo rispetto alla modalità di lavoro ordinaria.

Si tratta di una pratica che si è diffusa in maniera esponenziale durante il lockdown dovuto alla pandemia di COVID-19.

Durante questo periodo, le aziende sono state vittime di una sorta di “esperimento forzato” su larga scala in cui hanno continuato ad operare grazie alla tecnologia pur essendo fisicamente separate.

Tuttavia, l’Italia, pur avendo registrato una crescita nella diffusione del lavoro agile, si trova fra i Paesi europei che vanno più a rilento nell’adottare questa modalità.

Secondo un’indagine condotta da Randstad Research, fra il 2019 e il 2020, la percentuale dei lavoratori in Italia che ha lavorato almeno la metà delle ore in smart working è salita dal 3,6% al 12,2% per poi ridiscendere nel 2021 all’8,3%, complice anche l’alto tasso di vaccinazione della popolazione.

Considerando lo stesso periodo di tempo, la media europea ha registrato un incremento fra il 2019 e il 2021 passando dal 5,4% al 13,4%.

Non sorprende quindi che il nostro Paese si trovi all’ultimo posto per diffusione del lavoro agile, visto che le percentuali negli altri Stati aumentano e da noi decrescono.

I cambiamenti delle linee guida per il lavoro agile vogliono quindi favorire e spingere la diffusione dello smart working in Italia.

 

In che modo il lavoro agile influisce sulla produttività?

Ci sono due principali fattori che permettono di migliorare le prestazioni dell’azienda grazie all’adozione dello smart working:

  • Soddisfazione dei lavoratori: attraverso un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, meno pendolarismo o meno distrazioni che portano a un lavoro più concentrato e meno assenteismo.
  • Riduzione dei costi: lo smart working può ridurre direttamente i costi di capitale riducendo lo spazio per uffici e le attrezzature richieste dall’azienda. Il costo del lavoro può essere ridotto man mano che il telelavoro amplia il pool di lavoratori, aumentando l’offerta di competenze e migliorando la corrispondenza tra posti di lavoro e assunzioni. Inoltre, i costi di assunzione possono diminuire se una maggiore soddisfazione dei lavoratori riduce le dimissioni volontarie e il turnover del personale.

smart working lavoro agile

 

Il telelavoro presenta anche benefici positivi non solo per un’organizzazione nello specifico ma anche per la società e l’ambiente.

L’adozione più diffusa dello smart working può generare importanti effetti come la riduzione della congestione del traffico, la riduzione delle emissioni di carbonio e in particolare, l’abbassamento dei prezzi delle abitazioni soprattutto nelle aree urbane ad alta densità.

Tuttavia, il telelavoro presenta anche alcuni elementi a cui bisogna porre attenzione:

  • L’efficienza dei lavoratori potrebbe diminuire: perché il telelavoro riduce il numero di interazioni di persona, compromettendo la comunicazione, i flussi di conoscenza e il controllo manageriale. Diversi studi supportano l’idea che le riunioni personali consentano una comunicazione più efficace rispetto a modelli più remoti come e-mail, chat o telefonate. Inoltre, una comunicazione personale meno frequente può avere anche implicazioni negative nei confronti delle parti interessate chiave, come clienti e fornitori, con effetti negativi sulla performance complessiva delle organizzazioni. È anche possibile che la soddisfazione dei lavoratori diminuisca a causa della solitudine, straordinari non evidenti, fusione fra vita privata e lavorativa o un ambiente di lavoro inappropriato a casa.
  • Flussi di conoscenza: la mancanza di interazioni personali può rallentare l’apprendimento fra colleghi. Fondamentalmente, l’innovazione e quindi la crescita della produttività a lungo termine possono risentire a causa del lavoro a distanza. Gli “incontri casuali” fra colleghi che avvengono sul posto di lavoro, infatti, sono essenziali per la condivisone della conoscenza.
  • Supervisione manageriale: il telelavoro potrebbe ostacolare la supervisione manageriale. Lo smart working richiede un cambiamento dalla valutazione delle prestazioni e, in linea generale, offre ai lavoratori maggiori opportunità di “rilassamento”. Tuttavia, la digitalizzazione può anche portare a più dati sulle prestazioni dei lavoratori a disposizione dei manager e, di conseguenza, permettere un monitoraggio più efficiente dei lavoratori rispetto ad un ambiente d’ufficio tradizionale.

 

Nel complesso, affinché la produttività aziendale incrementi con lo smart working, è fondamentale che la soddisfazione dei lavoratori aumenti abbastanza da compensare gli effetti potenzialmente negativi sulla comunicazione, sui flussi di conoscenza e sul controllo manageriale.

 

I cambiamenti nelle linee guida del lavoro agile

Lo smart working è stato adottato in Italia in fase emergenziale, appunto per permettere il proseguimento delle attività in un momento in cui gli spostamenti erano limitati.

A questo proposito il Ministero del Lavoro ha firmato il “Decreto Semplificazioni” che “rende strutturale la semplificazione del lavoro agile” (art. 41 bis).

Dal 1° settembre il datore di lavoro ha provveduto ad  inviare i nominativi dei lavoratori che hanno scelto lo smart working per via telematica al Ministero del Lavoro.

Qui viene specificata la data di inizio e fine delle prestazioni svolte in modalità agile, ma non è più necessario trasmettere gli accordi stipulati.

La trasmissione può avvenire in due modi:

  • Attraverso il portale gov.it al quale si accede con SPID e CIE.
  • Attraverso la modalità Massiva REST che avviene tramite il formulario disponibile nell’URP Online del Ministero del Lavoro.

 

Si auspica che questa normativa semplificata permetta a più aziende e più datori di lavoro di offrire la possibilità di lavoro agile ai propri dipendenti potendo incrementare così la produttività aziendale.

 

Documento protetto e notarizzato su blockchain con AUTENTIKO©

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