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Home » Blog » Dimissioni volontarie: cosa sta succedendo e come evitare la “Great Resignation”?

Dimissioni volontarie: cosa sta succedendo e come evitare la “Great Resignation”?

  • Posted by Kairos
  • Categories Blog, News, Trend Professionali
  • Date 22 Marzo 2022
  • Comments 0 comment
Dimissioni volontarie

Le dimissioni volontarie sono diventate nell’ultimo periodo un tema caldo in molti settori.

Affrontare le cause delle statistiche sbalorditive che riguardano le dimissioni di massa inizia con una migliore comprensione dell’argomento.

Approfondiamo quanto sta accadendo, in questo articolo.

*********

INDICE DEI CONTENUTI
            • Dimissioni volontarie: le statistiche
            • 6 possibili motivi della Great Resignation
            • Come rallentare il fenomeno delle dimissioni volontarie

*********

 

Dimissioni volontarie: le statistiche

Secondo il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti, 4 milioni di americani hanno lasciato il lavoro nel luglio 2021.

Le dimissioni hanno raggiunto il picco ad aprile e sono rimaste eccezionalmente alte negli ultimi mesi, con un record di 10,9 milioni di posti di lavoro aperti alla fine di luglio.

Ma il problema delle dimissioni di massa non riguarda solamente gli Stati Uniti, anche nel nostro Paese, infatti, si è riscontrato lo stesso fenomeno.

La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nella sua indagine “Le dimissioni in Italia tra crisi, ripresa e nuovo lavoro” ha riscontrato che nei primi nove mesi del 2021 sono stati un milione e 81 mila gli italiani che di loro spontanea volontà hanno deciso di lasciare il lavoro.

dimissioni volontarie lavoro dati

 

La questione desta sorpresa perché uno su due non ha iniziato una nuova collaborazione ma risulta disoccupato, ha iniziato un’attività in proprio o ha semplicemente deciso di smettere di lavorare.

Il fenomeno della Great Resignation in Italia non è nuovo; la cosa preoccupante è il suo incremento e le sue caratteristiche differenti rispetto al passato.

Il tasso di dimissioni così alte non si riscontra solo fra i giovani e coloro con un basso livello di istruzione, ma ora anche tra i dipendenti più qualificati e di livello medio.

I dipendenti tra i 30 e i 45 anni hanno registrato l’aumento maggiore, con un aumento medio di oltre il 20% tra il 2020 e il 2021.

Inoltre, le dimissioni sono più alte nelle industrie tecnologiche e sanitarie, con un aumento del 4,5%.

In generale, si è riscontrato che il numero delle dimissioni è stato più elevato tra i dipendenti che lavoravano in campi che hanno registrato un aumento estremo della domanda a causa della pandemia.

Questo ha portato probabilmente ad un aumento dei carichi di lavoro e al burnout e, in ultima istanza, alle dimissioni di massa.

 

6 possibili motivi della Great Resignation

I dipendenti si dimettono ogni giorno ed ognuno ha le proprie ragioni personali per farlo. Tuttavia, il movimento delle Great Resignation è qualcosa di anomalo. Ecco i possibili motivi:

1. Burnout post-pandemia

Il 40% delle persone cita il burnout come motivo principale per cui ha lasciato il lavoro in questo periodo.

Durante la pandemia, i dipendenti hanno sperimentato livelli di stress elevati.

Lo stress è stato indotto dalle difficoltà del lavoro a distanza, dall’incertezza della situazione, dallo scarso equilibrio tra lavoro e vita privata e dai dubbi sulla sicurezza del posto di lavoro.

 

2. Mancanza di apprezzamento

In una ricerca di Limeade, azienda leader nei programmi per il benessere aziendale,  il 20% dei dipendenti ha citato la mancanza di riconoscimento per le proprie idee e contributi come motivo delle dimissioni.

Non è una novità; gli studi nel corso degli anni mostrano costantemente che le persone che non si sentono apprezzate sul lavoro hanno più di probabilità di andarsene.

Questo è esattamente il motivo per cui le organizzazioni dovrebbero implementare programmi di riconoscimento dei dipendenti.

 

3. Flessibilità insufficiente

Nel corso del 2020, molte aziende sono passate bruscamente a lavorare in smartworking.

Durante questo esperimento di massa, un paio di cose sono diventate chiare: in primo luogo, lavorare da remoto non deve diminuire la qualità del lavoro e, in secondo luogo, il lavoro a distanza offre molti altri vantaggi sia per i datori di lavoro che per i dipendenti.

Molti dipendenti hanno deciso di interrompere il rapporto di lavoro una volta che i datori hanno cominciato a richiedere loro di tornare a seguire un modello di lavoro tradizionale, cioè in ufficio a tempo pieno.

Questo è da considerare un grande avvertimento per le aziende che ancora non consentono politiche di lavoro a distanza o ibride.

 

4. Discriminazione sul posto di lavoro

La ricerca di Limeade ha rilevato che il 20% dei dipendenti ha lasciato il lavoro a causa delle discriminazioni personali.

Con tutti i cambiamenti sociali in corso, le organizzazioni devono imparare che diversità ed inclusione portano in realtà molti vantaggi: nuove idee, nuovi modi di affrontare i problemi, nuove esperienze.

 

5. Benefit insufficienti

Retribuzioni e benefit sono un pilastro dell’esperienza dei dipendenti.

Sempre secondo Limeade, il 19% dei lavoratori ha lasciato il lavoro perché non era soddisfatto del proprio pacchetto benefits e della retribuzione.

 

6. La ricerca di benessere

Come mai prima d’ora, nel corso del 2020 ci siamo tutti resi conto dell’importanza della nostra salute, sia fisica che mentale.

Il 16% delle persone ha dichiarato di aver lasciato il lavoro perché le aziende non ne riconoscevano e sostenevano il benessere.

Per alcuni, dopo l’esperienza traumatica del Covid-19, è diventato molto difficile destreggiarsi in un ambiente di lavoro frenetico senza incentivi al wellbeing.

 

Come rallentare il fenomeno delle dimissioni volontarie

Ecco alcuni consigli per contrastare il fenomeno delle dimissioni volontarie e per incrementare la fidelizzazione dei dipendenti in azienda:

1. Incentivare il lavoro ibrido e remoto

Già prima della pandemia, molti dipendenti percepivano il lavoro a distanza come un enorme vantaggio. Questo in realtà non avvantaggia solo i dipendenti, ma anche le aziende.

Costi ridotti, miglioramento dell’employer branding e possibilità di assumere talenti in tutto il mondo, sono alcuni dei suoi punti a favore.

 

Dimissioni volontarie

 

2. Rivalutare la strategia di ricompense

Senza un pacchetto allettante di benefits, molti dipendenti cercheranno facilmente altre opportunità.

È importante quindi rivedere le strategie di ricompense per mantenere dipendenti felici.

 

3. Investire nella formazione dei manager

I manager diretti sono molto importanti nell’esperienza lavorativa dei dipendenti.

Molto spesso, coloro che crescono e vanno a ricoprire posizioni manageriali non vengono adeguatamente formati.

Pertanto, un ottimo e semplice modo per evitare che i dipendenti se ne vadano è investire nella formazione dei manager.

 

4. Creare una cultura del benessere

Uno degli aspetti positivi dell’intera esperienza della pandemia è l’enfasi sul benessere in generale.

I datori di lavoro devono prenderne atto: i dipendenti sono esseri umani con le loro esigenze ed i loro problemi.

Le organizzazioni devono quindi supportare un sano equilibrio tra lavoro e vita privata in modo da ridurre lo stress che deriva dal lavoro.

 

5. Investire nella formazione dei dipendenti

Per molti dipendenti, soprattutto giovani, una delle cose più importanti in un lavoro è avere l’opportunità di imparare e crescere. Dare l’opportunità ai propri dipendenti di specializzarsi e aggiornarsi con dei corsi di formazione ne trae beneficio non solo il dipendente ma anche l’azienda.

Ecco perché molti credono che i processi di sviluppo dei dipendenti siano una delle strategie più importanti da seguire.

 

Per concludere: le dimissioni volontarie hanno preso alla sprovvista moltissimi settori e molte aziende. Tuttavia, i suggerimenti visti in questo articolo possono aiutare, se non a bloccare, per lo meno a rallentare il fenomeno.

 

autentiko Dimissioni volontarie

Documento protetto e notarizzato su blockchain con AUTENTIKO©

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